Lo famo un corso di Autostima?!

Questa è la mia faccia quando sento parlare di: AUTOSTIMA!

N.B. Il post avrà un tono polemico.

Ebbene sì, quanto si sente parlare di autostima! Corsi di autostima! Pillole di autostima! Iniezioni di autostima! Una porzione di Mcautostima (ah no!)

La verità è che tutta sta storia dell’autostima non mi piace per niente.

Ma cos’è l’autostima?

È il valore che ciascun individuo attribuisce a se stesso: è letteralmente la stima che ciascuno fa di sé.

La STIMA? 

Sì, esattamente quella stima che rimanda a un valore, a una valutazione, a un bene/male, giusto/sbagliato.

Si basa su un sistema comparativo, valutativo e quindi CONDIZIONALE.

L’autostima implica dunque che tu hai stima di te stesso A CONDIZIONE di dimostrare il tuo valore e incontrare l’approvazione di coloro a cui tieni.

Questo non è un tipo di pensiero molto efficace per tre motivi.

1. Dato che sei un essere umano fallibile, ti capita spesso di non riuscire in ciò che fai.

2. Anche se riesci in qualcosa di importante, ci sarà sempre qualcuno che sceglie di non approvarti per un motivo o per un altro.

3. Anche se riesci molto bene e tante persone oggi ti approvano, chi può sapere se avrai lo stesso successo e gradimento anche domani?

L’autostima è sempre in dubbio. E, probabilmente, causa più ansia e più sentimenti di inadeguatezza personale di qualsiasi altro aspetto della vita umana.

E la ricerca scientifica ci dice esattamente questo.

Avete presente quelle campagne pro autostima che gli Stati Uniti d’America hanno promosso nelle scuole negli anni Novanta? Non sgridare l’alunno, non dare una votazione sotto il 6, promuoviamo tutti.

Ebbene, oggi abbiamo i dati.

E i dati ci dicono che quelle iniezioni di autostima hanno creato un’orda di folli narcisisti! OTTIMO LAVORO!

E i narcisisti sono assolutamente volubili al giudizio.

Senza contare che le crisi suicidarie sono dovute ad un’autostima oscillante più che ad un’autostima bassa. Detto in altri termini: meglio sentirsi cronicamente una merdina che avere un’autostima alta che alla prima frustrazione crolla come un castello di carte!

Nel mio lavoro, la parola autostima la lascio fuori dalla porta del mio studio! Mi suona come un mito da sfatare, come l’ennesimo giudizio che la persona di fronte a me si sente addosso.

Preferisco parlare di accettazione di sé (che non è per niente rassegnazione!), di compassione (che no, non è pietà) verso il nostro inevitabile fallire, mettendo in risalto l’ipergeneralizzazione che spesso si usa per fare inferenze su noi stessi e sostituendo un’autostima bassa con un atteggiamento non giudicante e neutrale.

Dunque, la domanda finale è: SIETE ANCORA CONVINTI CHE UNA BELLA BOTTA DI AUTOSTIMA VI GIOVERÀ?

Bah, io ci penserei. 

Recommended Posts