L’interconnessione ai tempi del Covid-19

Photo Credit: Giulia Rosa

Conte vara il nuovo Dpcm: incentivato lo smart working fino al 75%, mini tavolate nei ristoranti, no a calcetto e a congressi, scuole con ingressi scaglionati.

Questo Covid-19 sta mettendo a dura prova quello che contraddistingue il nostro essere degli umani: la dimensione sociale.

Manca la stretta di mano per conoscersi – e tutte le congetture naïf su dimmicomestringilamanoetidirochesei, manca l’abbracciarsi tra affetti – cosa che si fa pure, a volte, ma con quella titubanza iniziale che fa perdere il gesto di spontaneità, manca lo stare insieme nello stesso ufficio per condividere e – perché no – per mandarsi a quel paese vicendevolmente, manca il “fare classe” e coalizzarsi per prendere in giro il prof di turno o semplicemente per sperimentarsi nelle prime relazioni sociali autonome, mancano i concerti dove tutti cantano all’unisono – stonandola – la canzone del cantante preferito.

L’essere umano è un animale sociale che è sopravvissuto nei secoli grazie all’aggregazione, alla condivisione, al fare tribù/squadra/comunella.

A meno che non si soffra di una qualche forma di disturbo antisociale, l’uomo ha bisogno di tutto questo.

E il Covid ce lo sta spiantellando in faccia.

Nessun uomo è un’isola.

Abbiamo bisogno degli altri per ragioni evoluzionistiche legate alla sopravvivenza e abbiamo bisogno della collaborazione di tutti affinché questo cavolo di virus che ha decisamente rotto le scatole venga messo KO.

Siamo esseri interconnessi.

Photo Credit: Kostas Murkudis

Ma cos’è l’interconnessione?

Interconnessione è una di quelle parole che ultimamente mi fa decisamente vibrare l’anima: ora più che mai ne sento il senso.

La prima volta che la sentii fu tra i banchi dell’università: pensavo fosse l’ennesima teoria buonista e strappalacrime su quanto dovessimo essere tutti più empatici.

Poi, con una pratica di Mindfulness ne capii il senso: ripercorrere all’indietro tutta la storia di una “banale” patatina mi fece comprendere, con le lacrime agli occhi, che dannazione è proprio vero – siamo tutti connessi, tra di noi e con il pianeta terra in cui viviamo!

Interconnessione significa interdipendenza: io dipendo da te che dipendi da me e da altri, e così via.

Questa interconnessione può assumere la forma del contagio, ma anche della cura.

Questo significa che sì, l’aggregazione può favorire la diffusione del virus. Ma significa anche che se riscopriamo la reciprocità, l’interconnessione, la communitas nel senso etimologico di condivisione, il Coronavirus può essere sconfitto.

Significa che solo uscendo dalla visione idiosincratica su cui si ci siamo arroccati, possiamo uscire da questa crisi che coinvolge tutti.

Siamo esseri interconnessi: ce lo diceva 2500 anni fa il Buddha, ce lo dice ora la fisica quantistica.

E quindi rispettiamo le regole, tiriamoci su ‘sta mascherina, evitiamo assembramenti a caso, Amuchina sempre in borsa e stringiamoci – virtualmente – le mani che solo così sto virusdemmerda può essere sconfitto!

Detto questo, spero torneremo presto a viaggiare liberi, a ballare in discoteca, a cantare ai concerti, ad abbracciarci senza timori, a scambiarci parole di conforto e sconforto tra i banchi di scuola: il futuro è nelle mani della responsabilità di ciascuno di noi.

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