
Oggi si sarebbe dovuto tenere l’ultimo incontro del percorso di Mindfulness. Non è stato possibile.
La Mindfulness, tra le altre, insegna a coltivare la modalità dell’essere e l’interconnessione.
Mai come oggi sento l’importanza di questi preziosi insegnamenti.
L’Occidente, dominato dal fare, si ferma di fronte ad un virus. Arriva lo stop alla frenesia della vita performante, alla rincorsa degli appuntamenti in agenda, al consumismo compulsivo. Il Covid-19, come spada di Damocle, pende sul capo di tutti noi ammonendoci di fermarci. Si ferma la produzione, si fermano le scuole, si fermano i teatri, i musei, le palestre, gli aperitivi, le partite di calcio: tutto si immobilizza e viene dipinto come un quadro di natura morta. E questa immobilità e questo silenzio ci portano a fare i conti con noi stessi: mentre siamo impegnati a subissare la nostra vita di cose da fare, ci perdiamo l’essere e il coltivare quello che è già presente nelle nostre vite. Il virus costringe a stare con se stessi, costringe a stare nelle proprie case a stretto contatto con la dimensione più profonda di noi.
Ed ecco che la domanda sorge spontanea: se io mi spoglio di tutto questo fare, cosa mi rimane? Viviamo sotto la congiura del ticchettio dell’orologio: sappiamo ancora cosa farne del tempo?
Il tempo è un bene prezioso che va messo anche a disposizione dell’altro: una società fondata sull’egoismo e la visione egocentrica non può più funzionare. Per combattere il Coronavirus sono richieste reciprocità, interconnessione, communitas nel senso etimologico di condivisione: solo uscendo dalla visione idiosincratica su cui si ci siamo arroccati, possiamo uscire da questa crisi che coinvolge tutti. Solo se tutti riscopriamo quel senso civico di responsabilità sociale, il virus può essere sconfitto. Siamo esseri interconnessi: ce lo diceva 2500 anni fa il Buddha, ce lo dice ora la fisica quantistica.
Facciamo squadra (virtualmente) e riscopriamo la dimensione dimenticata dell’esser-ci.
Anche da una situazione di crisi possono nascere opportunità: perfino le stelle, scontrandosi, danno origine a nuovi mondi.